Wednesday, August 1, 2018
Relazione annuale AGCOM 2018: inarrestabile la crisi dell'editoria
Il 2017 è stato “l’anno della definitiva consacrazione della ‘televisione liquida’, con una stima di circa 3 milioni di cittadini che guardano abitualmente la tv in streaming e un numero 3/4 volte superiore che scaricano abitualmente contenuti televisivi sui propri device”. A sostenerlo il presidente Agcom Angelo Marcello Cardani durante la presentazione della Relazione annuale al Parlamento, nella quale ha rilevato come sia inarrestabile invece la crisi dell’editoria. L’editoria palesa ancora risultati negativi (-5,2%) con il settore dei quotidiani che registra una ulteriore contrazione dei ricavi dell’8,9%. Il settore nell’ultimo decennio ha perso all’incirca metà del suo peso economico.

Analizzando in dettaglio i numeri, dalla relazione è emerso che nel 2016 il Sistema integrato delle comunicazioni vale complessivamente 17,6 miliardi di euro, in aumento del 3% rispetto al 2015. Tra le aree economiche che costituiscono l’aggregato del sistema delle comunicazioni, quella dei servizi di media audiovisivi e radiofonici (anche sul web) conferma il proprio primato. Sebbene con un’incidenza sul totale in diminuzione di due punti percentuali rispetto al 2015, il comparto editoriale costituito da quotidiani, periodici e agenzie di stampa (anche sul web) mantiene la seconda posizione. Una sempre maggiore incidenza è esercitata dall’area che include l’editoria elettronica e la pubblicità online, mentre sostanzialmente stabile rimane l’incidenza del settore cinematografico.

Con riferimento alla distribuzione delle quote dei principali soggetti presenti nel Sic, si rileva come nessuno realizzi, nel 2016, ricavi superiori al limite del 20%. I primi nove gruppi operanti nelle aree economiche che compongono il Sic – 21st Century Fox, Fininvest, Rai Cairo Communication/RCS Media- Group, Google, GEDI Gruppo Editoriale, Facebook, Italiaonline e Gruppo 24 Ore – rappresentano congiuntamente, con quasi 11 miliardi di euro, il 61% del Sic. In dettaglio, 21St Century Fox e Fininvest sono al 15,2%, la Rai è al 15%, Cairo al 3.9%. Google lo tallona al 3.7%, seguono Gedi con il 3%, Facebook con l’1.9%, Italiaonline all’1.4% e Gruppo 24 Ore all’1.2%.

I ricavi del settore delle comunicazioni nel 2017 hanno raggiunto quota 54,2 miliardi di euro, in crescita dell’1,2% rispetto all’anno precedente: la fetta più grossa (32,2 miliardi, +0,9%) è delle comunicazioni, con la rete fissa che cresce del 3,8% a 16,4 miliardi e la mobile che cala dell’1,9% a 15,8 miliardi. I media registrano un calo dello 0,9% a 14,6 miliardi e il settore postale cresce del 6,6% a 7,4 miliardi. Il settore, ha spiegato Cardani, rappresenta anche per il 2017 oltre il 3% del Pil Nazionale. 

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