E’ ancora incerto il destino degli operatori del settore servizi alla persona, a partire da acconciatori e centri estetici. In attesa del nuovo DPCM di prossima pubblicazione, si susseguono voci di possibili chiusure, come già avvenuto per i colleghi di centri benessere e strutture sportive. In particolare, si parla insistentemente della chiusura dei centri commerciali nel weekend, in cui lavorano molti parrucchieri ed estetiste (registrando il miglior fatturato nella giornata del sabato).
“Siamo in allarme perché finora abbiamo rispettato in maniera sistematica e continua i protocolli di sicurezza fissati dalle autorità pubbliche, in molti casi rendendoli ancora più stringenti. Non è un caso che le attività dei servizi alla persona non abbiano rappresentato una fonte di contagio. Pare francamente assurdo, pertanto, che questa categoria, già penalizzata in maniera pesante dalle restrizioni sociali e dal forte calo dei consumi, possa essere punita di nuovo e senza motivazioni oggettive”. E’ lo sfogo di Andrea Guerrieri, presidente CNA Benessere e Sanità.
“Abbiamo sostenuto ingenti spese per poter lavorare in totale sicurezza fin dall’inizio della pandemia e in generale li applichiamo da sempre, lavorando a stretto contatto con le persone – sostiene con forza Guerrieri - è un atto dovuto verso noi stessi, i nostri dipendenti e i nostri clienti. Lavorare nell’incertezza di chiudere da un giorno all’altro ci impedisce di fare anche i più semplici investimenti, come l’acquisto di prodotti o attrezzature. Capiamo perfettamente lo stato d’animo dei nostri colleghi dei centri sportivi e di benessere, a cui va la nostra totale solidarietà. Non vorremmo ritrovarci presto anche noi nella stessa condizione”.
“Serve maggiore chiarezza e programmazione, pur essendo consapevoli che il Governo agisce per tutelare la salute di tutti e sulla base dell’evoluzione giornaliera della curva dei contagi. Per questo motivo non si può pensare di agire unicamente sul fronte delle chiusure”. Prosegue il presidente CNA Benessere e Sanità, che avanza delle proposte per risollevare il settore: “urge una defiscalizzazione per l’anno 2020, la maggiore possibile considerando i cali di fatturato e i periodi di lockdown. Abbiamo bisogno che il costo del lavoro venga ridotto, per consentire ai dipendenti di avere qualche soldo in più in tasca da spendere per far ripartire l’economia e che la soglia del calo di fatturato per accedere ad affitti calmierati scenda dal 50% al 25%, in modo da consentire il ricorso agli aiuti al maggior numero possibile di attività. Tutti abbiamo registrato delle perdite e solo facendo fronte comune possiamo pensare di ripartire una volta terminato questo incubo”.
“CNA chiede quindi al Governo – conclude Andrea Guerrieri - di evitare atti punitivi e ingiustificati verso una incolpevole categoria di artigiani che crea occupazione e forma sul campo lavoratori senza nulla in cambio e che qualsiasi restrizione inserita nel nuovo Dpcm, territoriale od oraria, permetta il libero svolgimento delle attività lavorative”.