E’ stato un confronto a tutto tondo quello andato in scena oggi all’hotel Classic con il direttore generale dell’Ausl provinciale, Cristina Marchesi, nell’ambito del convegno “Sanità Reggiana: luci e ombre di oggi, con uno sguardo al futuro” organizzato da CNA Pensionati e CNA Reggio Emilia all’hotel Classic.
Il massimo dirigente della sanità reggiana non si è nascosta di fronte alle difficoltà delle liste di attesa e “agende chiuse”, delle risorse per la non autosufficienza, della carenza di medici di base, e dei dubbi sui cosiddetti ospedali “minori” e la loro riconversione a poli di alta specializzazione.
Dati alla mano, Cristina Marchesi ha anche rassicurato il pubblico sul fatto che le problematiche sono sotto controllo e che, mese dopo mese, la situazione sta migliorando. Per i medici di base, ad esempio, la crisi dovuta ai molti pensionamenti, in dieci mesi le zone scoperte sono diminuite di cinque unità e nel periodo di “vacanza” la struttura NAT (Nucleo di Assistenza Territoriale) ha svolto migliaia di prestazioni con la soddisfazione dei pazienti.
Con l’istituzione del fondo per l’autismo sono stati avviati progetti per la gestione dei pazienti affetti da questa patologia. Per l’autosufficienza, le risorse ci sono e sono state spese per la disabilità (30,30%) e per la popolazione anziana (69,70%).
Sugli ospedali della provincia, avanza il progetto di riconversione con l’attivazione dei pronti soccorso diurni e l’istituzione di poli chirurgici specializzati: la ginecologia benigna a Guastalla, l’ernia inguinale a Scandiano, l’oculistica approderà a Correggio a fianco della riabilitazione su cui il nosocomio San Sebastiano è da tempo un’eccellenza.
A fronte di tanti passi in avanti, resta difficoltoso il tema delle liste d’attesa: d’altro canto, il dato fornito dalla dottoressa Marchesi apre degli interrogativi: rispetto allo stesso mese del 2022, a gennaio 2023 risultano aumentate di quasi il 20% le richieste di prescrizioni di esami diagnostici e visite specialistiche, nonostante sul territorio provinciale siano continuate le azioni dei diversi screening di prevenzione.
“Sono numeri inaffrontabili, non solo per mancanza di personale ma anche di spazi e di macchine per la diagnostica – ha sottolineato la dottoressa Marchesi – dovremo capire questo boom di richieste. Nel frattempo, stiamo mettendo a punto un sistema di prenotazione diretta degli appuntamenti da parte dei medici che prescrivono queste prestazioni”.
Certo, la tecnologia potrebbe essere di grande sostegno a dare una logica di priorità a questa marea di richieste: la conferma è arrivata dall’intervento in videoconferenza del professor Francesco Gabbrielli, direttore del centro nazionale Telemedicina e Nuove Tecnologie Assistenziali dell’Istituto Superiore di Sanità che ha ben delineato i passi in avanti, i progetti che stanno venendo avanti in materia di prestazione sanitaria digitale, e ha indicato gli ostacoli che rallentano l’avvento della telemedicina in tutto il suo valore, in Italia: la non comunicazione tra sistemi operativi delle diverse regioni e la privacy: “temi che rallentano uno sviluppo comunque in corso per arrivare alla medicina personalizzata, obiettivo che si potrà raggiungere grazie alla tecnologia”.
“E’ stato un incontro molto importante per i nostri pensionati ma anche per tutti i cittadini – afferma Laura Sassi, Presidente di CNA Pensionati Reggio Emilia – dopo due anni di emergenza da COVID, come CNA abbiamo sentito il bisogno di chiarire la direzione verso la quale sta andando il nostro sistema sanitario, che si è sempre caratterizzato per una buona qualità ma che da qualche tempo mostra qualche difficoltà. Oggi abbiamo ottenuto un quadro chiaro sullo stato di salute della sanità pubblica oggi, e meglio compreso dove sta andando la nostra sanità pubblica. Unica incognita – e non da poco per territori come Reggio Emilia che hanno sempre avuto servizi di qualità – le risorse che il Governo nazionale intende stanziare”.
I lavori sono stati aperti dal presidente di CNA Reggio Emilia, Giorgio Lugli, che dopo aver ringraziato tutti gli operatori sanitari per l’impegno nel periodo COVID, ha concluso: “la salute è il primo, fondamentale, diritto del cittadino, sancito dall’art. 32 della Costituzione. Come CNA concordiamo sull’obiettivo da raggiungere: evitare che ci sia una sanità di eccellenza per pochi e cure di serie B per tutti gli altri. Dal raggiungimento di questo obiettivo, dipende il futuro delle nostre comunità”.
Stesso messaggio nelle conclusioni di Salvatore Cavini, presidente di CNA Pensionati Emilia-Romagna: “Il vero problema della sanità pubblica oggi è la carenza di risorse. La Legge di Bilancio stanzia fondi insufficienti anche a coprire i maggiori costi per i servizi sanitari. In più territori come l’Emilia Romagna hanno il problema del criterio di riparto ancora basato sul numero di persone, non sul numero e sulla qualità dei servizi erogati. Il PNNR è un’opportunità, a patto che si lavori per spendere i fondi bene e si vada veloci per poterli usare”.