La lotteria degli scontrini, in corso dal 1 febbraio, è una delle iniziative introdotte dallo Stato al fine di incentivare l’acquisto nei negozi locali. Insieme al cashback di Stato rappresenta una grande novità verso la digitalizzazione dei pagamenti.
Se è vero che i cittadini possono trarre solo dei vantaggi economici dall’uso della moneta elettronica, non è lo stesso per gli esercenti, che devono fare i conti con la necessità di adeguare i registratori di cassa già in uso (anche quelli già abilitati alla trasmissione dei corrispettivi telematici), con i costi per l’aggiornamento dei POS, i costi fissi di commissione e, nel caso della lotteria degli scontrini, anche con il tempo per eseguire manualmente la procedura.
“In questo modo la lotteria degli scontrini rischia di diventare una spesa aggiuntiva per il piccolo commercio - denuncia Azio Sezzi, direttore generale CNA Reggio Emilia - che non può permettersi, soprattutto in questi tempi così difficili, il lusso di perdere clienti e di sostenere nuovi costi per restare al passo con gli sviluppi del sistema fiscale. I registratori di cassa vanno aggiornati e corredati di apposite apparecchiature per acquisire e trasmettere i dati dei clienti. Per le imprese che hanno attivato la lotteria le operazioni necessarie, insieme alla manutenzione, rappresentano un costo rilevante e, nel complesso, possono arrivare a diverse centinaia di euro”.
CNA Reggio Emilia ha recentemente promosso un webinar, insieme a CNA Modena, proprio sui sistemi di pagamento digitale alternativi che possono consentire alle imprese di ridurre i costi di gestione del POS tradizionale.
Qualche segnale per agevolare la transizione al digitale c’è: lo Stato attraverso il Bonus POS per ottenere un credito di imposta del 30% sulle commissioni per ogni transazione e gli istituti bancari maggiori si sono mossi per annullare i costi fissi per transazioni sotto i 5 o 10 euro. E’ però ancora troppo poco, considerando anche la gravità del momento.
"Per molte aziende siamo di fronte ad una beffa, a fronte dell'importo del credito di imposta a suo tempo riconosciuto dallo Stato. E per i forfettari, per i quali l'Iva è un costo, è una beffa ancora più grande. CNA chiede – conclude Azio Sezzi - in aggiunta alla deducibilità dal reddito d’impresa del costo sostenuto per l’adeguamento dei registratori di cassa, che sia riconosciuto agli esercizi commerciali anche un credito d’imposta pari al 50% del costo, al fine di alleggerire l’onere conseguente alla partecipazione alla lotteria degli scontrini”.