Semplificare è difficile. Per un artigiano, micro o piccola impresa che voglia partecipare a una gara d’appalto poi, è ancora più complicato. Nel consueto Osservatorio sulla burocrazia, quest’anno, ci siamo concentrati proprio sulle procedure che dovrebbero rendere possibile alle imprese di giocare su un piano di parità – per dimostrare di saper fare meglio- quando si assegna con procedure pubbliche la costruzione di una scuola o di un alloggio popolare o la manutenzione di una strada. Appalti pubblici. L’Everest delle piccole imprese è il titolo scelto per l’appuntamento di quest’anno. Il quarto Osservatorio, ricco di analisi, dati e spunti per la politica e per il legislatore, che proprio in queste settimane ha allo studio il nuovo Codice degli Appalti, è stato presentato oggi presso la sede della CNA nazionale, presenti Matteo Salvini, vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Sabino Cassese, giudice emerito della Corte Costituzionale e Giorgio Gori, sindaco di Bergamo. A aprire i lavori il vicepresidente di CNA nazionale, Giuseppe Cascone, mentre le conclusioni sono state affidate al presidente nazionale, Dario Costantini. I responsabili dei dipartimenti Politiche Industriali e Relazioni Istituzionali e Affari Legislativi, Mario Pagani e Marco Capozi, hanno illustrato nel dettaglio i contenuti dell’Osservatorio, frutto dell’analisi di oltre seimila bandi distribuiti omogeneamente tra ventotto città italiane. Nel lavoro ci si è concentrati poi su quattrocento gare d’appalto bandite per affidare lavori su tre settori: edifici scolastici, strade e piste ciclabili e alloggi popolari.
Il settore degli appalti
Settori che impegnano 500mila imprese di costruzioni, per il 95% micro e piccole dimensioni che impiegano oltre 845mila addetti. Nonostante questo peso, il mercato resta una prerogativa delle imprese di grandi dimensioni. Una fetta pari al 17% della torta degli appalti pubblici è potenzialmente accessibile alle piccole che, messe insieme, riescono in realtà ad aggiudicarsi meno del 5% del valore complessivo del mercato.
“Vogliamo contribuire a costruire un paese migliore” ha detto Cascone che ha sottolineato come le imprese, e tutto il Paese, abbiano bisogno “di una buona burocrazia, valorizzando le non poche virtù. La partecipazione delle micro e piccole imprese al mercato degli appalti pubblici è un passo importante in questa direzione”.
Il Nuovo Codice degli Appalti
“Nella definizione del nuovo codice degli appalti è necessario un intervento deciso, se si vuole favorire l’accesso al mercato alle imprese di minori dimensioni” ha osservato Pagani sottolineando che l’aumento esponenziale delle dimensioni dei lotti rischia di compromettere l’efficacia del PNRR. Quanto alla giungla di procedure adottate dalle amministrazioni, Pagani ha puntato il dito contro “le discrezionalità che generano disorientamento tra le micro e piccole imprese e ostacolano l’accesso alle gare”. Per non parlare delle continue modifiche al codice degli appalti: “Ci siamo messi dalla parte di artigiani e piccole imprese – osserva Capozi – per cercare di capire come sia possibile orientarsi nel susseguirsi di norme e regimi emergenziali. Per dirne una: l’attuale Codice degli Appalti, approvato solo sei anni fa, è stato modificato 818 volte. Solo sull’articolo 36 si è sono messe le mani 16 volte”.
Le imprese e le amministrazioni
Gori, a cui sono andati gli auguri dei presenti per la designazione di Bergamo, insieme a Brescia, a Capitale italiana della Cultura, ha ricordato la comune missione di chi amministra e di chi guida un’impresa: “un sindaco, che ha la responsabilità di un comune, non è molto diverso da un imprenditore. Assumiamo un impegno davanti ai cittadini, dunque mi sento di dire che militiamo dalla stessa parte” ha osservato. Su tutto pesa il fattore tempo: “è necessario ridurre la durata dello svolgimento delle procedure e semplificare, per promuovere la partecipazione delle piccole e medie imprese, stabilendo criteri premiali per la loro aggregazione e prevedendo un sistema digitale di monitoraggio, come sistema probante della reputazione delle imprese”.
L’intervento di Cassese
Il professor Cassese ha riconosciuto il lavoro della Confederazione, spesso citato nei suoi interventi sulla stampa e nel testo Amministrare la nazione fresco di stampa: “i lavori di CNA contribuiscono a un miglior governo del paese” ha affermato in apertura del suo intervento.
Nella sua analisi Cassese ha affermato che “troppo spesso la Pubblica Amministrazione sembra viaggiare con il freno tirato, incapace di premere sull’acceleratore”. Il professore, attento osservatore delle dinamiche tra le diverse funzioni dell’apparato statale, ha inoltre sottolineato l’esigenza di promuovere le buone prassi, che pure ci sono, per arginare distorsioni che portano con sé conseguenze deleterie per il sistema. Basti pensare, ricorda Cassese, che sono necessari 815 giorni tra la pubblicazione del bando e il pagamento della società appaltatrice contro i 605 giorni della media europea.
Cassese ha poi riconosciuto al titolare delle Infrastrutture il merito di aver “cambiato registro”: “Il codice fa un grosso passo avanti sostituendo con il concetto di fare quello di impedire di fare. Vedo anche un tentativo di cercare un equilibrio giusto tra semplificazione e innovazione”.
L’intervento di Salvini
“Mi fido delle imprese private e degli artigiani” ha esordito Salvini che ha sottolineato come la politica sia chiamata, per definizione, a un ruolo di grande responsabilità. Così il ministro risponde alle critiche di eccessiva sburocratizzazione e ridimensionamento del ruolo dell’Anac. “Nel nuovo codice non ci sarà il “no punto”, ma il “no, ma[…]”. Abbiamo previsto un taglio dei tempi autorizzativi, il principio del silenzio assenso e procedure parallele per l’autorizzazione”.
Rispondendo alle sollecitazioni della Confederazione, Salvini ha dichiarato: “Sul sottosoglia abbiamo previsto anche il principio della rotazione, per permettere a più imprese di partecipare”.
“La resistenza e la resilienza dell’Italia è possibile grazie al contributo delle pmi” ha ricordato il presidente Costantini, rivolgendosi al ministro Salvini. “Se da un lato abbiamo aspettative altissime sul Pnrr, dobbiamo però fare i conti con il timore che emerge da questi numeri: solo un quinto degli appalti divisi in lotti e scarsa trasparenza dalla maggior parte delle amministrazioni che non spiegano le ragioni della mancata suddivisione” ricorda Costantini. Tra le proposte, Costantini pone l’accento sui consorzi artigiani chiedendo al ministro Salvini di “non equipararli ai consorzi stabili. È fondamentale -sottolinea- per garantire la partecipazione a artigiani e piccole imprese”. Infine, la Soa: “ricordo un numero: su 500mila imprese, solo 23mila sono quelle che hanno l’attestazione. Se posta come condizione imprescindibile per svolgere i lavori agevolati dai bonus, si creerebbe un problema oggettivo” ha osservato infine.
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