Al Parco Nilde Iotti, in modo non casuale come omaggio alla “signora della repubblica”, la quasi totalità delle associazioni di genere di Reggio Emilia e le articolazioni di associazioni datoriali o professionali che si occupano delle associate donne hanno sottoscritto, nelle rispetto delle norme anti-Covid, l’atto di costituzione del Co.A.Ge, acronimo del Coordinamento delle associazioni di genere e delle articolazioni di genere di associazioni datoriali e professionali.
Il Coordinamento si pone come esperienza collettiva per l’affermarsi di un nuovo diritto di cittadinanza di genere ed ha lo scopo di garantire, attraverso il costante confronto tra i gruppi organizzati di donne di Reggio Emilia, la partecipazione delle stesse alla organizzazione sociale, politica e culturale della città; ha, altresì, la finalità di tenere stretti rapporti con l’Amministrazione Comunale e le Istituzioni del territorio al fine di intervenire nei processi di formazione delle decisioni, favorendo una interlocuzione unitaria e dunque anche più efficace per le associate e per le donne della città.
Il Co.A.Ge ha avuto bisogno di una gestazione di circa un anno e nasce dall’idea di Natalia Maramotti e Simona Caffarri insieme a Paola Ligabue e Cristina Bassoli. Si può dire che è figlio di una pratica di condivisione, pur nelle legittime differenze, che è stata sollecitata dal 2009 in avanti dall’esperienza del Tavolo, coordinato dal Comune di Reggio Emilia, di Primavera Donna, poi diventato 365 Giorni Donna, che ha favorito conoscenza reciproca tra le donne delle diverse associazioni, occasioni di collaborazione e co-progettazione di iniziative ed eventi. Non a caso, l’acronimo Co.A.Ge allude al latino co-agere, ossia “agire insieme”: in questo senso si vuole dare un grande segno di capacità collaborativa.
“Le donne pagano il prezzo più salato della pandemia - dicono le rappresentanti delle associazioni che si riconoscono nel Co.A.Ge - sono state protagoniste silenziose della cura negli ospedali e nelle RSA, nelle case accanto ai figli in DAD, mentre svolgevano il proprio lavoro in smartworking, sono state vittime dell’aggravamento della condizione purtroppo strutturale della violenza maschile, più insidiosa perché nascosta tra le mura delle case nella solitudine del confinamento”.
Alla sottoscrizione erano presenti: Paola Ligabue per CNA Impresa Donna; Cristina Bassoli per CIF; Alessandra Caroni per Donne del vino; Luisa Covri e Simona Caffarri per Zonta club - sezione di Reggio Emilia; Sabrina Spaggiari per Cia Donne in Campo; Elisa Marchi per Ewmd (European Women's Management Development) - sezione di Reggio e Modena; Erika Sartori per Confagricoltura; Luciana Pedroni e Sabrina Campani per Coldiretti Donne e Impresa; Ilena Donelli e Antonella Albertini per Confcooperative; Natalia Maramotti, in qualità di coordinatrice generale.
Nei prossimi giorni si aggiungeranno Maria Brini per Professare al femminile e Mara Manghi per l’Associazione Italiana Donne Medico.
“Crediamo a Reggio Emilia come altrove – concludono le rappresentanti del Co.A.Ge - che le donne debbano essere protagoniste di un ritorno alla normalità che non assomigli al passato”.
E’ possibile entrare a far parte del Co.A.Ge, da parte di altre associazioni di genere o articolazioni di genere di associazioni datoriali o professionali, anche successivamente alla fase di costituzione, attraverso l’adesione ai contenuti dell’atto costitutivo.