La grave crisi energetica che attraversa l’Italia sta mettendo in ginocchio il settore della panificazione artigiana. Di fronte ai gravi rincari e alla frammentazione delle proteste le Associazioni dei panificatori maggiormente rappresentative a livello nazionale (CNA Dolciari e Panificatori, Assipan Confcommercio, Assopanificatori Fiesa Confesercenti e Confartigianato Panificatori) si sono riunite in un Coordinamento nazionale per dare più forza e sintesi alle richieste della categoria, alle prese con uno dei momenti più difficili della propria storia recente.
“Le imprese di panificazione producono beni di prima necessità la cui distribuzione non può essere messa a repentaglio, pena il rischio di gravi ripercussioni sulla tenuta sociale; per questa ragione chiedono interventi specifici per far fronte ai rincari di farina, imballaggi, gasolio, attrezzi e macchinari. Sono 26mila le imprese, con oltre 100mila addetti, che da oltre due anni stanno affrontando una situazione di fortissima instabilità che ha messo a dura prova la tenuta delle produzioni e a rischio la qualità delle produzioni alimentari, simbolo del nostro Made in Italy. Senza interventi mirati e immediati il pane artigianale, bene primario per eccellenza, potrebbe presto venire a mancare dalle tavole degli Italiani”. È quanto i quattro presidenti delle Associazioni hanno rappresentato al ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, unitamente a una richiesta di incontro in cui discutere una serie di proposte mirate. Tra le principali rientrano:
- L’incremento del credito di imposta previsto per le imprese ad alta intensità energetica, che per i panificatori artigiani dovrebbe essere elevato al 50%, con estensione a tutto il 1° quadrimestre 2023 e applicazione dell’obbligo per i fornitori di uno sconto immediato in bolletta “ove richiesto” pari al credito d’imposta spettante a fronte di una automatica cessione dello stesso
- L’intervento sulle norme relative al distacco delle forniture, individuando una moratoria che salvaguardi la continuità della produzione, stabilendo che il pagamento di almeno il 20% della fattura inibisca il distacco
- L’intervento sul trattamento fiscale del lavoro notturno, caratteristico nelle imprese di panificazione artigiana, al fine di contenere il costo del lavoro e contestualmente la capacità produttiva di pane fresco
- Il riconoscimento alle imprese del settore della qualifica di operatori svolgenti lavoro usurante.
Per sostenere le ragioni di tali richieste, le Associazioni dei panificatori chiedono l’apertura di un Tavolo di confronto presso il Ministero, anche al fine di avviare un monitoraggio serrato dell’andamento dei costi energetici e delle materie prime, per prevenire situazioni critiche che rischiano di creare notevoli tensioni tra la popolazione.