Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte sabato notte ha firmato un nuovo decreto che, di fatto, isolerebbe la Lombardia e altre quattordici province, di cui cinque dell’Emilia-Romagna: Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena e Rimini.
Le misure che limitano gli spostamenti sono quelle che hanno generato più incertezze circa la loro corretta interpretazione. Il decreto impone infatti, per le persone fisiche, il vincolo di “evitare ogni spostamento in entrata e in uscita e all’interno dei medesimi territori” ma il divieto viene poi ammortizzato dall’eccezione “salvo comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità”.
“Ci stiamo lavorando dalle primissime ore del mattino – afferma il Presidente di CNA Emilia Romagna Dario Costantini – in stretto contatto con il Presidente Bonaccini e l’Assessore Colla che voglio ringraziare per la loro ampia collaborazione. Troppe cose, nella comunicazione di questa emergenza, non hanno funzionato nel modo corretto, creando addirittura situazioni di caos impossibili da governare. Anche per questo, nel rispetto del lavoro delle Istituzioni e per non creare ulteriori danni alle aziende, abbiamo scelto di non far parte della rincorsa alla notizia e di non uscire con dichiarazioni o anticipazioni, preferendo attendere l’ufficialità degli atti”.
“Ho seguito con apprensione tutto l’iter che ha portato all’approvazione del decreto entrato in vigore oggi, ho fortemente temuto che la nostra regione rischiasse un blocco totale dell’economia. La stesura definitiva del decreto e i successivi chiarimenti ora sono più tranquillizzanti, ma non dobbiamo sottovalutare la gravità della situazione: il numero dei contagi continua ad aumentare ed è purtroppo in continua crescita. Per questo non deve venir meno il senso di responsabilità, il futuro della nostra regione è nelle nostre mani e dipende esclusivamente dai nostri comportamenti” conclude Costantini.
Una delle certezze che porta con sé questo decreto è il superamento della definizione di “zona rossa” (che da oggi non esiste più) andando a suddividere l’intero Paese in due grandi aree: una con misure per contrasto e contenimento della diffusione del virus valide sull’intero territorio nazionale e una con misure più stringenti valide per i territori descritti dall’art.1 del decreto.
Pur nella differenziazione di tipologia di provvedimenti, quello che appare evidente è un dato incontrovertibile: le attività e gli eventi che sono sospesi o vietati sono tassativamente indicati. Né nelle aree con le restrizioni maggiori che nel resto del Paese è stato espressamente vietato di svolgere l’attività produttiva da parte delle imprese, né è stato disposto un blocco dell’attività commerciale e dei servizi. Laddove il Governo ha ritenuto di vietare una qualsiasi attività, l’ha chiaramente esplicitato.
“Come spesso accade – afferma il Direttore di CNA Emilia Romagna Fabio Bezzi – i provvedimenti emanati in emergenza presentano ambiguità che vengono chiarite in un secondo momento. Anche questo DPCM nella sua versione definitiva presentava zone d’ombra, su cui abbiamo subito chiesto spiegazioni, mettendoci a completa disposizione delle istituzioni.”
Quindi, stando così le cose, le imprese possono continuare la loro attività, sono consentiti gli spostamenti non solo dei lavoratori, ma anche delle merci. È garantita pertanto ai lavoratori transfrontalieri (si tratta di tutte quelle persone che per esigenze di lavoro si muovono da un territorio citato del DPCM ad un altro) la possibilità di entrare e uscire dai territori interessati per raggiungere il posto di lavoro e tornare a casa. Gli interessati potranno comprovare il motivo lavorativo dello spostamento con qualsiasi mezzo, inclusa una dichiarazione che potrà essere resa alle forze di polizia in caso di eventuali controlli.
Per quanto riguarda la circolazione delle merci, anche queste possono entrare ed uscire dai territori interessati. Infatti, il trasporto delle merci è considerato come un’esigenza lavorativa: il personale che conduce i mezzi di trasporto può quindi entrare e uscire dai territori interessati e spostarsi all’interno degli stessi, limitatamente alle esigenze di consegna o prelievo delle merci.
Il Governo, però, ha dato alcune indicazioni, che vanno tenute in debita considerazione:
– ha raccomandato ai datori di lavoro di promuovere fra i lavoratori dipendenti la fruizione di periodi di congedo ordinario e di ferie;
– ha consentito, all’interno delle aree con restrizioni maggiori, gli spostamenti dei lavoratori, e degli imprenditori, unicamente per “comprovate esigenze lavorative”.
E già nei giorni scorsi gli appelli all’utilizzo, laddove possibile, dello smart working per limitare al massimo i flussi di spostamento delle persone.
“Questo è il tempo della responsabilità – conclude Bezzi – non avremo una seconda chance. L’invito che vogliamo rivolgere a imprenditori e lavoratori è quello di non perdere la fiducia nelle istituzioni e nella comunità scientifica, di seguire pedissequamente le loro indicazioni e di tutelare la propria salute limitando al massimo gli spostamenti e, quando necessario, dotarsi degli opportuni dispositivi di protezioni individuale. Dobbiamo collaborare tutti insieme, rispettando queste regole che continuano a confidare nella nostra responsabilità individuale, affinché i risultati di queste ulteriore restrizioni possano essere sensibili già dai prossimi giorni. La situazione è molto grave e dobbiamo evitare il rischio di ulteriori inasprimenti: nuove misure restrittive porterebbero il blocco definitivo della nostra economia e del nostro Paese”.
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LEGGI le misure in vigore nelle province di PIACENZA, PARMA, REGGIO EMILIA, PIACENZA E RIMINI
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